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  • Writer's pictureGiulia Alberigi

LA PRINCIPESSA ALICE DI BATTENBERG, MADRE DEL PRINCIPE FILIPPO

Updated: May 11, 2021

Una donna che ha vissuto mille vite. Dalla sordità al ricovero in manicomio, dal sacrificio per gli altri al rapporto con la Regina.

In questo periodo, in occasione della sua recente morte, si è spesso parlato del Principe Filippo Duca di Edimburgo. Il marito della regina Elisabetta II è noto per il suo umorismo inglese e per aver affiancato la sovrana durante i loro 73 anni di matrimonio, ma in pochi conoscono le sue origini e la sua storia.


C’è una figura nella sua vita alquanto curiosa e originale: la madre, la principessa Alice di Battenberg, bisnipote della gloriosa regina Vittoria e donna che si contraddistingue per aver vissuto mille diverse vite caratterizzate da dolori, crolli emotivi e disabilità, ma anche da amore, misticismo e puro altruismo.

Le origini e la disabilità della principessa Alice

Nata il 25 febbraio 1885 nel Castello di Windsor con il nome di Vittoria Alice Elisabetta Giulia Maria, sin da bambina presenta numerose difficoltà nel socializzare con le persone finché la madre, la principessa Vittoria d’Assia, non riconosce nella figlia una sordità congenita.


La bambina aveva infatti un apprendimento rallentato ma, in pochi anni, acquisisce la capacità di comprendere il labiale sia in lingua inglese che in lingua tedesca.


A soli 17 anni la giovane si innamora del principe Andrea di Grecia e Danimarca. I due si sposeranno nel 1903 e avranno cinque figli, quattro femmine e un maschio: l’ultimogenito è Filippo.


 

Il loro matrimonio è caratterizzato dal profondo amore provato dalla donna, che incontra, però, una tempestiva assenza del marito. Il principe mantiene infatti uno stile di vita all’insegna di amanti e gioco d’azzardo.


Dopo la Prima guerra mondiale, il principe Andrea viene arrestato quando le armate elleniche vengono sconfitte dai turchi, per poi essere condannato all’esilio insieme alla famiglia.


Trasferitesi nella periferia di Parigi, Alice inizia a compiere numerose opere umanitarie, istituendo rifugi e centri di accoglienza per coloro che erano stati costretti a fuggire dalla Grecia. La donna non riesce però più a tollerare l’esilio, il suo matrimonio e il disagio dovuto alla sua disabilità.

 

Il ricovero nel manicomio di Freud e la schizzofrenia paranoide

Inizia così un periodo devastante per la salute mentale della Principessa: sente voci che le parlano ed è convinta di vedere santi e di avere rapporti carnali con loro. Il suo delirio la porta a essere esageratamente superstiziosa e a cercare continuamente un modo per mettersi in contatto con le voci che la tormentano. Questo suo disturbo viene diagnosticato come schizofrenia paranoide: Alice è affidata alle cure di Ernst Simmel, nientemeno che l’alunno di Sigmund Freud.


Lo stesso padre della psicoanalisi riconosce che tale disturbo possa essere dovuto ad un eccesso di libidine e, per questo, sottopone la donna, contro la sua volontà, a una sterilizzazione forzata che le genera una menopausa precoce.


Paziente di due manicomi differenti, uno in Germania e uno in Svizzera, Alice ha vissuto questo periodo come vittima di terapie invasive e brutali. Molte volte è stata sottoposta a sedute di elettroshock e spesso è stata maltrattata dato che, a causa della sua sordità, non rispondeva correttamente alle varie stimolazioni.

 

Una vita in povertà e al servizio degli altri

È proprio durante questi amari anni che la donna comprende veramente l’essenza della vita e dà libero sfogo al proprio istinto umanitario. Capisce l’importanza dell’aiutare gli altri e, comprendendo quanto siano effimeri determinati beni materiali, vende tutti i suoi costosi averi donando tutto il ricavato ai più bisognosi.


L’unico bene non venduto sono le pietre preziose della sua tiara, che diventano poi parte dell’anello di fidanzamento della stessa regina Elisabetta.


Il ricavato delle vendite viene devoluto alla fondazione del suo ordine religioso, la Christian Sisterhood of Martha and Mary, e a un orfanotrofio nel centro di Atene. La Principessa decide così di vivere nella piena umiltà e al servizio dei più bisognosi. Abbandonato qualsiasi riferimento alla nobiltà della sua famiglia, si veste da suora e rinuncia a qualsiasi lusso e piacere materiale.


 

Durante il colpo di stato del 1967 in Grecia la donna si rifiuta di abbandonare la sua amata terra ellenica, sebbene il principe Filippo insista fortemente per averla al sicuro in Gran Bretagna.


Si racconta invece che proprio in questo periodo Alice dimostra la sua vena di abnegazione, percorrendo le vie della città distrutta dai bombardamenti e dagli scontri armati per prestare soccorso e aiuto ai feriti ed ai più poveri.


La donna, data la sua sordità, non si fa spaventare dai rumori assordanti delle bombe. Procede nel suo percorso di aiuto e sacrificio, offrendo rifugio e protezione alle vittime dalla guerra.



Alice viene però prelevata a forza da un aereo inglese, mandato dallo stesso Filippo, che la trasporta fino a Buckingham Palace. Qui trascorre gli ultimi anni della sua vita e, anche in questo contesto, mantiene sempre la sua opposizione a tutto ciò che è prettamente materiale, e non spirituale.


Il rapporto con il figlio diviene ancora più stretto durante questo soggiorno, così come quello con la stessa Regina. Qui Alice muore nel 1969, lasciando tutti i suoi beni al proprio ordine religioso e ai più poveri.

 

In pochi conoscono la storia di questa straordinaria donna, una principessa che di fronte alle avversità della vita ha deciso di vivere come San Francesco. L’abbandono di tutti i lussi, i decori, i piaceri effimeri che l’appartenenza a una Famiglia Reale può garantirti, portarono la donna a capire quanto fosse impagabile la gratitudine negli occhi di chi è stato aiutato.


“Una donna eccezionale, che non aveva la cognizione di esserlo”

Così Alice viene descritta dallo stesso Filippo. Una principessa che si è allontanata dalla nobiltà, che ha imparato dalle sue disabilità e dalle sue tragiche esperienze, offrendo la propria vita agli altri.


 

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